Spedizione gratuita a partire da CHF 199.-
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10, giugno 2022 2 min di lettura
Un piccolo lago di origine alpina, un ambiente unico tanto da essere classificato come biotopo degno di salvaguardia. Un castello di origine medievale, costruito in una posizione straordinaria proprio sulla piccola penisola che si protende nelle fredde, azzurre acque del lago. Le leggende di amori perduti e tragici tra belle castellane e sanguigni (e sanguinosi) pretendenti e amanti. Una tradizione vitivinicola del tutto peculiare: ecco tutti gli ingredienti di un prezioso cocktail da non perdere e da mettere subito in calendario per la bella stagione che si fa strada.
Il Lago di Toblino rappresenta un unicum nel panorama subalpino e non solo. Attorniato da montagne dal tipico clima alpino, per la particolare conformazione della valle che lo ospita, più o meno a metà strada tra il Garda e Trento, intercetta gli effetti delle brezze gardesane che innescano un microclima dalle sfumature mediterranee. Il lago infatti è circondato da un un fitto canneto che alligna sulle sue rive, e che ospita innumere avifauna e flora. L’habitat di Toblino è rigidamente protetto per la sua fragilità e nonostante sia proprio un’opera dell’uomo, la centrale idrica di Santa Massenza, ne mina l’esistenza con un subdolo processo di sedimentazione che ne diminuisce progressivamente la profondità.
Il castello, raro esempio di macchina difensiva lacustre, ha origine medievale, testimoniata dal possente mastio quadrangolare, ma nel tempo ha subito la progressiva trasformazione in residenza aristocratica. La visita - si tratta di proprietà privata, ma aperta al pubblico in talune circostanze - è moto interessante perchè offre uno spaccato delle asperità della vita nei secoli passati anche per le classi più agiate, soprattutto in una regione non del tutto indulgente dal punto di vista climatico.
È altrettanto interessante l’attività vitivinicola nelle vicinanze: fittamente coltivata a Nosiola, sopratutto negli anni passati, è il luogo di produzione di una delle pietre preziose dell’enologia trentina e italiana: il Vino Santo, da scrivere rigorosamente per esteso, “vino”.
Il vitigno principale del Vino Santo prodotto a Toblino è appunto la Nosiola, uva a bacca bianca dalle caratteristiche di delicatezza ed espressività elegante. I grappoli di Nosiola raccolti tardivamente vengono avviati ad un lungo appassimento in fruttai, prolungato tradizionalmente fino alla Settimana Santa (da cui pare abbia mutuato il nome). I mosti fermentano lentamente e affinano a lungo, da quattro anni fino a dieci. la caratteristica enologica di questo processo è l’utilizzo di botti aperte e “scolme”.
Il vino che si ottiene è quasi un elisir da bere goccia a goccia, capace di una profondità inebriante, di ampiezze da vertigine e di una complessità rara a trovarsi altrove.
Magari questo fine settimana non riuscirete a visitare questo straordinario castello immerso nel verde ma volete comunque vivere un'esperienza gastronomica? Allora vi proponiamo il nostro Vin Santo Serelle, un vino da un aroma seducente ed elegante con un leggero finale di scorze d'agrumi!
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